Frisi e magna

C’erano una volta una mamma e una bambina che vivevano in una casetta più la stalla.
Venne Carnevale e la bambina piagnucolava: “Tutti mangiano le frittelle. Falle anche tu mamma, falle anche tu”.

Insisti e insisti, la donna si decise ad impastare: prese la farina, le uova, lo zucchero, l’uvetta, la polverina (il lievito) e fece le frittelle.

Ma sul più bello, al momento di friggere, si accorse di non avere la padella: “Vai fin lì da tò Barba (zio) Sucòn Suchèla e dì che t’impresti la sua padella”, ordinò alla bambina.

La piccola obbedì e, arrivata alla porta di quel vecchio rustico, bussò:
“ Barba Sucòn Suchèla m’imprestèo la vostra padella?”
una voce cavernosa le intimò di entrare: “ Sì che te la presto, ma mi devi portare in cambio le frittelle capito? Se no stanotte vengo a mangiarti!”, tuonò il vecchiaccio.

La bambina prese la padella e se ne scappò a casa. E lì: frisi e magna, frisi e magna, frisi e magna, le frittelle sparivano appena fritte da quanto erano buone!

Un bel momento la mamma si ricordò di Barba Sucòn Suchèla, ma era troppo tardi: tutto quel che era rimasto erano tre frittelline misere misere. Allora andò nella stalla, diede quattro cinque colpi alla groppa all’asinello e gli fece fare tre quattro bei petolotii di cacca, li impastò con un po’ di zucchero e li mise assieme alle frittelle: “ Prendi, portale al Barba Sucòn Suchèla e portagli anche questo”, e porse alla bambina un bottiglione pieno di piscio dell’asino, che pareva vino bianco.

Il vecchio sulle prime non s’accorse di niente, mise in bocca una frittella: “ Mmmm che buona !” mise in bocca un'altra frittella “ beeeh che cattiva !” un’altra “ Mmm che buona !” e un’altra frittella “ Beeh che cattiva!”, “Mmmm che buona!”, “Beeh che cattiva !”.

Bevve un sorso dal bottiglione: “ Ma che imbroglio è questo? Stanotte verrò a mangiarti !” disse alla povera bambina, fuori di sé dalla rabbia.

Quando giunse la sera la mamma sprangò bene porte e finestre e poi, non contenta, fece una bambola di stracci e la riempì di spilli e chiodi. Mise a letto con sé la bambina e nel lettino la bambola.

A mezzanotte si sentì arrivare Barba Sucòn Suchèla: avevano dimenticato di tappare il buco del camino e il vecchio entrò in casa proprio di lì: “ Varda che son chi sul prim scalìn” diceva salendo la scala
e la mamma sottovoce alla bambina le disse “ Ficata sòto! Ficate sòto”
“ Varda che son chi sul secondo scalìn”
“ Ficate sòto, ficate sòto”
“ Varda che son qua sul térso scalìn”
“ Ficate sòto, ficate sòto”
“ Varda che son qua sul quarto scalìn ! Varda che son qua in sima ala scala”
“ Ficate sòto, ficate sòto”
“ Varda che son qua vissìn al tò letìn”
“ Ficate sòto, ficate sòto”
“ Varda che son qua vissìn al tò cussìn”
“ Ficate sotò, ficate sòto”
“ Aaaaammm ca te magno”

Il vecchio mangiò la bambola al posto della bambina e si bucò le budelle con gli spilli e i chiodi!

Morì e la mamma e la bambina lo gettarono nel pozzo e furono libere.

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