LA BALA DEL FORNO

L’immagine dell’uomo che sostiene con la schiena la volta del forno ha un sapore mitologico.
Come Atlante, padre delle Esperidi, fu condannato da Zeus a sostenere sulle spalle il peso della volta celeste per aver osato sfidare il dio, così quest’uomo, per una prosaica questione di “etica artigianale”, è costretto a rimanere in eterno quale puntello del forno. Bisogna considerare che il forno aveva una grande importanza nella mitologia contadina e costituiva uno dei due “poli” della cucina: l’altro era il focolare sul quale era appeso il paiolo che bolliva in continuazione. Il forno, inferno in miniatura , nelle abitazioni rurali di pianura era posto all’esterno della casa, isolato quasi un piccolo tempio, nel quale avvenivano la lievitazione e la cottura del pane, misteriosi e magici processi di trasformazione. Era dunque la “ bala del forno” una sorta di cupola celeste, sotto la quale si consumava un rito sacro, collegato ai ritmi della vita umana, ai cicli della morte del grano e della sua rinascita. Come già abbiamo notato, le figure mitiche sopravvivono nel folklore sotto forma di scherzi e spauracchi infantili :-Vara no star ‘ndare tacà la boca del forno, ca ghè l’òmo là ca tièen su la bala ca t’magna !-. Il nostro titanico Atlante è così stato relegato al ruolo di collaboratore domestico, con il compito di evitare scottature ai bambini troppo audaci nell’avvicinarsi al fuoco del forno.

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