Le caratteristiche della vita nel Delta e le sue leggende

In un’economia, in sostanza, di sussistenza, ogni cosa veniva riciclata e usate più volte possibili, dai vetri rotti agli scarti delle pannocchie, con i quali si facevano i lacci per le fascine di legna o di altro materiale.
Una caratteristica di queste zone era l’uso smodato delle canne palustri, che si trovavano in abbondanza lungo il fiume, in pratica in ogni cosa. Essa era utilizzata dalla costruzione delle abitazioni, ai mobili e al combustibile per il riscaldamento o per cucinare.
Il sostentamento del contadino povero, era composta essenzialmente da polenta, latte, fagioli, riso e pesce preso nel fiume. In qualche rilevante azienda della zona, si potevano trovare i maiali, ma la carne di consueto non si assumeva, poiché le bestie erano poche e servivano per lavorare e non per essere allevate a scopo di alimentazione. I prodotti della terra erano parte integrante della vita della gente del Po e venivano celebrati con le feste di ringraziamento. La più importante era quella del raccolto che si festeggiava il primo di luglio.

I polesani hanno sempre cercato di vivere sfruttando tutti i prodotti che la terra e il fiume hanno dato loro, caratterizzando una cucina sostanzialmente povera. La donna polesana ha sempre tentato di valorizzare il sapore dei cibi attraverso un’elaborata preparazione dei piatti. Ciò ha permesso di creare una cucina tipica del Delta che caratterizza ogni identità culturale del territorio.

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