I giocattoli delle bambine

In passato erano veramente pochi i bambini delle campagne venete che possedevano giocattoli acquistati dai negozianti e la maggior parte erano costruiti dai genitori o dai bambini stessi. Ci sono comunque due giocattoli a cui nessuna bambina ha dovuto e rinunciare: le bambole e la palla. La bambola delle bambine del popolo è costruita in casa: è di pezza, imbottita di segatura, di stracci o di spelaja (lo scarto della seta). Gli occhi, il naso, la bocca e le orecchie sono ricamati o ricavati da materiali di fortuna. I capelli sono costituiti da fili di lana attorcigliati, oppure da “mostàci del sorgo”.
Accanto alla bambola, c’era la bala (palla) usate nei due giochi vicentini prefferiti: “bala a muro” e “bala a rimbalso”. Il primo gioco è accompagnato sempre da una filastrocca. Mentre gioca, la bambina recita le parole e intanto che la palla è in volo, compie il gesto corrispondente a quanto va dicendo ad alta voce. Non appena sbaglia lascia il posto a un’altra compagna. Nella “bala a rimbalso” le bambine battono in cadenza la palla contro il suolo con il palmo della mano e contano i rimbalzi: risulta vincitrice chi riesce a raggiungere il numero più alto di palleggi.

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